L’introduzione dello strumento della valutazione è, senza dubbio, una delle innovazioni più interessanti contenute nella Legge Delega di Riforma del Terzo Settore. Il nuovo quadro di policy restituisce una forte tensione verso l’accountability. Se ciò che caratterizza e definisce le organizzazioni con una missione sociale è il rapporto di fiducia che sono in grado di costruire con i propri beneficiari, l’accountability, il “rendere conto” di come si è risposto ad determinato bisogno sociale, diviene un elemento fondamentale nella strategia dell’organizzazione.
L’esercizio di reporting, nel nuovo impianto normativo della Riforma, cessa di essere un processo solo compilativo, come spesso è avvenuto in passato con la redazione dei bilancio sociali, per divenire un flusso analitico più profondo. Valutare il proprio operato, come ricorda spesso il Professore Stefano Zamagni, vuol dire attribuire valore, non un giudizio quindi, né tantomeno una sanzione. L’analisi valutativa dovrebbe essere concepita come uno strumento per comprendere l’efficacia e la rilevanza del proprio intervento, integrandola poi nelle pratiche dell’organizzazione, all’interno di un flusso continuo che consente di apprendere e migliorarsi continuamente.
Le linee guida sulla valutazione, frutto di un lungo percorso di confronto, rispondono alla necessità di definire dei processi “aperti” che consentano alle organizzazioni, pur nelle rispettive diversità, di ingaggiarsi con la valutazione. Tale soluzione, auspicata in diverse occasioni da Social Value Italia, implica la costruzione di un modello “diffuso” di valutazione che punti a generare consenso sull’applicazione di alcuni principi e non nella definizione di standard che andrebbero ad imprigionare il processo valutativo, rendendolo poco fecondo.
Nei prossimi mesi, le organizzazioni del Terzo Settore dovranno attrezzarsi per rispondere a questa nuova sfida. Le innovazioni portano con sé sempre rischi ed opportunità: da un lato c’è il pericolo di istituzionalizzazione della valutazione, rendendola qualcosa di inerte, l’ennesimo fardello sulle spalle delle organizzazioni del Terzo Settore; dall’altro, l’opportunità di adottare un nuovo approccio, focalizzato sull’impatto sociale, sui bisogni dei beneficiari, sul miglioramento continuo, sulla trasparenza e sul coinvolgimento dei propri stakeholder.
A questa riflessione, complessa ed articolata, intendiamo contribuire organizzando un confronto tra ricercatori, organizzazioni del Terzo Settore, decisori pubblici e practitioner con l’obiettivo di comprendere le difficoltà e definire delle soluzioni condivise, affinché la sfida della valutazione possa essere vinta.
PROGRAMMA
Saluti
Guido Cisternino, Responsabile Terzo Settore e Economia Civile UBI Banca, Consigliere Social Value Italia
Introduce
Davide Dal Maso, Presidente Social Value Italia, Avanzi
La valutazione dell’impatto: trends e scenari
Stefano Zamagni, Università di Bologna
Il punto di vista del policy maker
Alessandro Lombardi, Direttore Generale del Terzo Settore e della Responsabilità Sociale delle Imprese presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Intervistato da: Federico Mento, Segretario Generale di Social Value Italia, Human Foundation
Tavola rotonda – La sfida della valutazione per il Terzo Settore
Piermario Barzaghi, Partner KPMG Advisory, Consigliere Social Value Italia
Alessandro Bertani, Vicepresidente Emergency
Mario Calderini, Tiresia Polimi
Stefano Granata, Presidente Gruppo Cooperativo CGM
Eleonora Vanni, Presidente Legacoopsociali
Modera: Stefano Arduini, Direttore responsabile Vita non profit
Leggi e scarica il COMUNICATO STAMPA
Leggi la rassegna stampa
Terzo Settore e valutazione dell’impatto sociale: a che punto siamo? (Percorsi di Secondo Welfare)
Terzo Settore e valutazione dell’impatto. Un incontro a Milano (Vita non profit)