La Valutazione d’impatto sociale entri nei processi amministrativi

 Appello – La Valutazione d’impatto sociale entri nei processi amministrativi 

Nel dicembre 2020 Social Value Italia, l’AIV – Associazione Italiana di Valutazione, Assobenefit,  la Fondazione Finanza Etica, il Forum per la Finanza Sostenibile e Torino Social Impact, hanno inviato all’attenzione del Presidente del Consiglio Conte un appello affinché gli interventi finanziati nell’ambito del piano Next Generation EU prevedano strategie di monitoraggio, di valutazione dell’implementazione e dei risultati dei programmi, e dell’impatto sociale dei cambiamenti positivi effettivamente generati.

Questo il testo dell’appello:

La Valutazione d’impatto sociale entri nei processi amministrativi 

 

La pandemia finirà. Non sappiamo ancora quando, ma finirà. E dopo, ci sarà la ripresa (forse dovremmo usare una forma più dubitativa, ma vogliamo farci guidare dall’ottimismo della volontà). La ripresa sarà sostenuta da una possente iniezione di risorse finanziarie, generate perlopiù attraverso l’emissione di titoli di debito pubblico. Che siano nazionali od europei, cambia poco: vuol dire utilizzare oggi denaro che qualcun altro domani dovrà ripagare. In pratica, si tratta di ipotecare il presente delle generazioni future.

Se è vero che ogni promessa è debito, è vero anche il contrario: ogni debito è una promessa. E questa promessa dobbiamo farla alle generazioni future, che sono le nostre creditrici: non un euro sarà sprecato, non un euro sarà speso se non per creare le fondamenta di un’Italia e un’Europa più giuste ed inclusive, in cui ciascuno potrà trovare le condizioni per la propria realizzazione. 

A questo sforzo straordinario non si può rispondere limitandosi ai tradizionali meccanismi di accountability, appiattiti sulla certificazione della spesa. E’ invece necessario adottare approcci e metodologie più evolute, dirette alla semplificazione delle procedure e capaci di orientare alla formulazione dei programmi e di esaminare l’analisi dei risultati in termini di risposta ai reali bisogni dei cittadini.

Per questo motivo, chiediamo che le decisioni di investimento e di spesa che verranno finanziate attraverso i nuovi strumenti messi in campo dall’Unione Europea (Next Generation EU) prevedano strategie di monitoraggio, di valutazione dell’implementazione e dei risultati dei programmi, e dell’impatto sociale dei cambiamenti positivi effettivamente generati.

In tal senso, ogni scelta, ogni misura dovrebbe essere accompagnata da una chiara individuazione degli obiettivi di cambiamento attesi, con un rigoroso apparato di valutazione che ne determini il livello di raggiungimento, affinché i risultati possano essere sistematizzati per divenire lezioni apprese. Per questo, oltre a registrare gli output, ovvero i primi esiti delle attività, risulta necessario individuare anche gli outcome, cioè i cambiamenti positivi di cui i destinatari delle politiche e degli interventi hanno davvero beneficiato, prestando particolare attenzione alle fasce più deboli della società.

Negli ultimi anni, il decisore pubblico, nel proporre il disegno di policy, ha preferito orientarsi lungo percorsi spesso privi di strumenti per raccogliere e capitalizzare evidenza di efficacia. Tale scelta ha determinato una condizione paradossale: gli effetti delle politiche nazionali raramente sono stati resi oggetto di analisi, di valutazione e di apprendimento al fine di migliorare/riprogrammare il prossimo ciclo di interventi. Si persegue, invece, la discontinuità “a prescindere”, spesso puntando più sull’effetto dell’annuncio che sulla verifica del valore e valutazione dell’efficacia. 

La severità dei tempi in cui viviamo richiede un approccio responsabile, orientato ad una visione di lungo periodo. L’adozione di un approccio valutativo alle politiche per la ripresa potrà poggiare sull’esperienza già sviluppata in alcuni settori, adeguandola e migliorandola dove necessario, sulle competenze esistenti e su quelle da creare data la straordinarietà del momento storico che stiamo vivendo. Se crediamo che la crisi possa costituire una opportunità (una ‘finestra di policy’) per sollecitare una crescita sistemica del modo con cui pensiamo ed attuiamo le politiche pubbliche.

Questo nostro appello è indirizzato alle Istituzioni del Paese, affinché le priorità delle policy siano adeguate ai bisogni di una società profondamente segnata dalla lunga recessione. Non vi sono scorciatoie che possano agevolare questa transizione; abbiamo bisogno di piattaforme aperte della conoscenza e del dato che siano in grado di supportare i Decisori nella selezione di misure efficaci. Valutare, comprendere, rendicontare ed apprendere sono i pilastri di una politica matura e responsabile che voglia e sappia onorare il debito aperto con le generazioni future.

 

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